Valutazione neuropsicologica

Che cos’è una valutazione neuropsicologica?
Quando il medico di base, il neurologo o il pediatra vi parlano di una valutazione neuropsicologica, suggeriscono di farvi visitare da un professionista (psicologo con specifica formazione) esperto nell’esame clinico delle funzioni cognitive: memoria, attenzione e percezione, linguaggio, controllo motorio, capacità di eseguire alcuni compiti quotidiani. L’iter valutativo prevede diverse fasi: (1) raccolta dei dati anamnestici relativi alla persona che si sottopone all’esame clinico, (2) colloquio con la persona, (3) colloquio con i familiari e (4) somministrazione di test. Al termine della valutazione lo specialista valuta i risultati trascrivendo le sue considerazioni cliniche in una dettagliata relazione diagnostica in cui si traccia un profilo cognitivo, comportamentale e funzionale della persona e vengono specificati gli aspetti deficitari.
In quali casi è consigliata?
Una valutazione neuropsicologia, con un approfondimento psicodiagnostico, viene prescritta in presenza di disturbi del neurosviluppo (es. disabilità intellettive, ADHD, DSA), di una disfunzione cerebrale localizzata (es. trauma cranico o tumore cerebrale) o diffusa (es. meningite o encefalite), di malattia neurodegenerativa ingravescente(es. malattia di Alzheimer, morbo di Parkinson) che compromettono il funzionamento cerebrale con conseguenze anche sul piano affettivo-relazionale.
Cosa succede dopo aver ricevuto gli esiti della valutazione?
Lo specialista può indirizzare a programmi terapeutici non farmacologici, a trattamenti riabilitativi o di mantenimento delle capacità residue: stimolazione cognitiva o riabilitazione neuropsicologica personalizzato diretto a riattivare, compensare e/o mantenere le funzioni deficitarie e le abilità residue della persona.